Dopo aver visto cosa si prova ("Lentezza, fatica e pressione... la discalculia"),
possiamo parlare teoricamente della discalculia. Essa è un disturbo specifico dell'apprendimento (DSA):
- Si può definire come un disturbo delle abilità
numeriche e aritmetiche;
- Si manifesta in soggetti a sviluppo tipico, di
intelligenza normale e che non hanno subito danni neurologici;
- Può presentarsi associata ad altri disturbi
dell'apprendimento, ma non ne è la causa.
I
discalculici non riescono a raggiungere adeguati livelli di rapidità e
correttezza, avendo difficoltà:
- Nella lettura e scrittura dei numeri (vengono scritti al contrario o non
si capiscono);
- Nella memorizzazione dei fatti numerici
(tabelline, sequenza dei numeri – avanti e indietro-);
- Nel ricordare numeri complessi come quelli con lo zero o composti da molte cifre;
- Nell'esecuzione delle procedure di calcolo
(calcoli a mente anche facili);
- Nel mettere i numeri in colonna;
- Nel ricordare i vari passaggi di un’operazione
nel giusto ordine;
- Nel riconoscere i simboli matematici;
- Nel comprendere la struttura interna del numero
composto da unità, decine, centinaia etc.;
- Nel comprendere problemi matematici alla prima
lettura (ma anche alle successive).
Tutti noi possediamo nella nostra mente dei
“magazzini”, dove è possibile codificare il risultato di semplici calcoli
numerici; ciò consente di recuperare questi risultati in tempi brevissimi e
soprattutto senza dover ogni volta eseguire operazioni di conteggio. Bambini
normalmente efficienti risolvono il calcolo 3×4 in tempi inferiori al secondo e
senza dover ricorrere a forme di conteggio (3×1=3, 3×2=6 ecc.; oppure 3+3+3+3).
Questa abilità consente di svolgere il calcolo in automatico, senza il
dispendio di energia attentiva.
Questi processi sono automatismi, esattamente come è
un automatismo la lettura. Nel momento in cui “vediamo” i numeri, il nostro
cervello ha già a disposizione dei “pacchetti di risposte” già confezionati. Nei
discalculici, questi pacchetti sono sempre aperti.
È bene sottolineare che non basta avere delle
difficoltà in matematica per essere definiti discalculici ma è
necessario che siano rispettati dei parametri condivisi dalla comunità
scientifica. Sono molti i bambini che non
amano la matematica e che hanno delle comuni difficoltà ma con degli sforzi ed
esercizio riescono prima o poi ad arginarle e a superare il problema. Invece, per
alcuni bambini questi sforzi diventano
immani, in quanto ogni volta che affrontano un problema, le abilità di base
sono comunque da rivedere e non sono “già disponibili” in memoria. È per questo che chi è affetto da discalculia spesso conta sulle
dita, a volte con vergogna,
nascondendosi, perché si sentono diversi, giudicati o incapaci.
Sintomi precoci (in età prescolare e nei primi anni di
elementari) di un possibile disturbo possono essere la significativa difficoltà
ad enumerare all'indietro da 20
a 0, difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad
una cifra, difficoltà ad eseguire l’addizione di numeri in coppia ( 2+2, 3+3,
4+4, 5+5). Per molti non c’è differenza tra 16 e
61 o tra 263 e 632, poiché loro, pur essendo in grado di denominare le singole
cifre, non riescono ad attribuire significato alla loro posizione all'interno
dell’intero numero.
Come si possono compensare questi problemi? Lo vedremo
nell'articolo della prossima settimana. Se qualcuno ha delle domande, oppure
vuole sapere qualcosa in più basta scrivermi!
Diffondete affinché si sappia sempre di più sui DSA! Ciao!
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